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Parrocchia San Pietro - Abbiategrasso

 

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Vita San Pietro
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Carlo Borromeo
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Parroci

 




 su  

LA CHIESA DI SAN PIETRO APOSTOLO IN ABBIATEGRASSO

(Breve descrizione storico-artistica)

 

Il cittadino o il forestiero che viene ad Abbiategrasso, imboccando il Corso S. Pietro è colpito dalla massiccia costruzione in mattoni che fa quasi da sfondo Scenografico al corso stesso e dalla cupola sovrastata dalla raffigurazione di un gallo dorato indicativo del santo a cui l'edificio è dedicato:si tratta infatti della chiesa di S. Pietro Apostolo.

Costruita negli anni 1753/1763 su disegno dell'architetto Francesco Croce l'esterno si presenta in mattoni a vista,alla fine del 18oo la cupola fu intonacata e nel 1927 furono posti i portali in cemento ai quattro ingressi.

L'attuale chiesa fu costruita sull'area di una precedente e di epoca medievale, la quale a sua volta aveva rimpiazzato, molto probabilmente, una piccola cappella che era servita per il culto cristiano durante il periodo longobardo. Lo rivela la stessa denominazione di S. Pietro Apostolo, che insieme a S. Andrea di Casterno, S. Giovanni Battista di Robecco, S. Michele di Besate tutti Santi venerati in modo speciale dai Longobardi, sono un sicuro riferimento a quel popolo.

Anticamente l'assistenza religiosa della popolazione con il culto domenicale era assicurato da un canonico dell'antica chiesa plebana di Corbetta dedicata al martire Vittore, presso la quale esisteva l'unico fonte battesimale, finché nel 1340 divenne rettoria autonoma pur facendo parte della pieve di Corbetta.

Questa situazione. è durata fino al 1578 quando, in seguito alla Visita Pastorale di S. Carlo Borromeo, la porzione di abitato entro la fossa viscontea venne stralciata dalla parrocchia di S. Pietro ed eretta in parrocchia autonoma destinando come sede della cura d'anime la chiesa di S. Maria Nuova fatta costruire dalla confraternita della Misericordia nel 1365, elevandola in pari tempo a prepositurale staccandola dalla pieve di Corbetta.

Il provvedimento si era reso necessario per il fatto che, da quando si era costruita S. Maria Nuova, la popolazione conveniva tutta a quella chiesa, trascurando completamente S. Pietro. San Carlo, con quel provvedimento, richiamò fortemente la presenza dell'antica primitiva sede parrocchiale, destinando ad essa la cura d'anime del sobborgo e le numerosissime cascine della vallata del Ticino.

Un altro smembramento subì la parrocchia di S. Pietro alla morte del parroco don Ottavio Paronzini nel 1942 quando tutta la parte sud della città venne assegnata a S. Maria Nuova. Un'ulteriore riduzione della Parrocchia di San Pietro avvenne nel 1972 in seguito alla formazione della Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù comprendente il rione della Riva con la chiesa sussidiaria di S. Rocco e una parte della Parrocchia di S. Maria.

Attualmente la parrocchia di S. Pietro, geograficamente, abbraccia l'abitato posto a Nord-Ovest della città, le cascine di strada Prabalò, di strada Cassolnovo e strada Casterno, con una popolazione di circa 12.000 anime.

L'interno dell'edificio, a croce greca, è in stile barocco abbastanza sobrio, comprende tre navate con quattro pilastri che sorreggono la cupola centrale, mentre sopra il presbiterio e nella parte alta della controfacciata e agli angoli delle navate laterali la copertura è formata da cupolette abbassate,o tazze,che conferiscono all'insieme un senso di leggerezza e di armonia.

Nel 1889, dopo un radicale restauro conservativo, la chiesa venne decorata e affrescata: sono ben 22 gli affreschi eseguiti dal pittore Davide Beghè di Milano, allievo del Valtorta che aveva affrescato in precedenza la chiesa di S. Maria Nuova. Le decorazioni, specie nei sottoarchi, molto delicate, quasi color pastello, conferiscono a tutto l'ambiente una visione piacevole e riposante, le pareti ai lati del presbiterio hanno due affreschi del pittore Fumagalli di Lecco eseguiti nel 1935.

Alle pareti sono appesi grandi quadri che raffigurano episodi della vita di S. Pietro. Si tratta di dipinti ad olio su tela del secolo XVII e quindi trasferiti dalla vecchia chiesa. Vi si possono ammirare anche quadri del pittore Guido Bertuzzi di Milano e in particolare i 14 quadri della Via Crucis. Si tratta di una interpretazione in chiave moderna, come è nello stile del pittore, ma che non mancano di suscitare ammirazione e devota contemplazione.

Gli altari sono tre: quello maggiore costruito in marmo nel 1805 su disegno del cavalier Giudici di Milano, eseguito dal marmorino Davide Argenti di Viggiù e gli ornati sono del ramaro Galletti di Milano. Nel 1983 il presbiterio fu adeguato alle nuove norme liturgiche, e l'altare, insieme a tutta la chiesa, fu consacrato  il 30 ottobre 1994 dall'Arcivescovo di Milano Cardinale Carlo Maria Martini.

Al fondo della navata di destra c'è l'altare della Madonna della Neve. Si tratta di una ancona di legno. pregevole che racchiude il dipinto raffigurante il miracolo della caduta della neve a Roma il 5 di agosto del IV secolo.

Questo avrebbe dato origine alla costruzione di S. Maria Maggiore in Roma. La pala in oggetto è olio su tela con la firma e la data dell'autore: Giambattista Discepoli, detto "lo zoppo di Lugano", 1645.

Al fondo della navata di sinistra c'è un altare in marmo, opera dei marmorini di Viggiù. La pala, olio su tela, raffigurante la Madonna con i santi Sebastiano e Carlo è firmata con Fr. Bernardino e datata 1628.

Entrando in chiesa subito a sinistra si trova la cella con la statua lignea del santo Patrono, opera della Val Gardena del 1950 circa.

Le vetrate dell'abside, della cupola e del battistero furono realizzate dalla ditta Taragni di Bergamo su disegno del pittore Trento Longaretti negli anni '70.

Il pavimento marmoreo, con il sottostante impianto di riscaldamento, fu voluto dal Parroco Ercole Tettamanzi nel 1963.

Un ultimo sguardo all'organo a canne. Questo strumento è situato nella controfacciata sopra l'ingresso principale, costruito nel 1821 è opera 391 dei famosi organari Fratelli Serassi di Bergamo. Venne restaurato nel 1996 dalla ditta Mascioni di Cuvio ed è perfettamente funzionante.

A completare la visita non resta che da dare uno sguardo al locale del Battistero. Venne ricavato nel 1975 da un precedente ripostiglio delle sedie che era stato trasformato in altare del S. Cuore. L'attuale Battistero si compone di una vasca a forma di sarcofago raffigurante il sepolcro da cui esce il Cristo risorto, che dà origine al popolo dei salvati.

Il mosaico della volta raffigura il paradiso, al quale sono destinati i battezzati. Il disegno e le sculture in bronzo sono del prof. Giovanni Magenti. A lui si deve anche il porta-cero pasquale. Vi è collocata anche la penitenzieria e vi si possono ammirare quadri del pittore Bertuzzi.

Accanto alla chiesa l'architetto Croce ha progettato anche l'oratorio della Confraternita. Originariamente indipendente, con accesso proprio, dalla vecchia strada per Robecco, adesso comunica con l'aula ecclesiale ed è stato trasformate in cappella delle devozioni.

C'è l'altare con la statua lignea della Madonna delle Grazie, proveniente dall'antico oratorio di S. Eusebio; alle pareti un crocifisso del '700, le statue di S. Giuseppe di S. Antonio e S. Rita, opere tutte della Val Gardena. Ci sono quadri raffiguranti Santi del pittore Martinotti. Ci sono anche opere di Sandrino Bozzi, il ritratto del Beato Giovanni XXIII di Nicoletta Soresini e in alto ammirate una deposizione del Da Bassano.
 

Al termine l'invito ad ammirare e pregare. 

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