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IL CARDINALE CARLO MARIA MARTINI ARCIVESCOVO DI MILANO

SCRIVE ALLA NOSTRA COMUNITA’

A CONCLUSIONE DELLA VISITA PASTORALE

 

Milano, 14 novembre 1999

 

Carissimo Don Giuseppe,

 

ti rivolgo un affettuoso saluto e un augurio ricco di ogni dono del Signore per il ministero pastorale da poco iniziato, Conservo nel cuore la gioia intensa espressa dalla comunità quando sono venuto a S. Pietro per la conclusione della Visita pastorale, compiuta su mia delega dal Vicario Pastorale, Monsignor Giuseppe Longhi. Della festosa accogliente sono vivamente riconoscente a don Luigi, a don Egidio e a don Carlo, alle Reverende Suore, al Consiglio Pastorale Parrocchiale e a tutti i fedeli. Per l’intenso lavoro pastorale di 30 anni compiuto da don Luigi ringraziamo assieme il Signore  che ha sorretto i nostri passi e non ci ha mai lasciato mancare l’aiuto e il dono del Suo Spirito.

 

Desidero riproporre le linee fondamentali che dovranno guidare il vostro futuro cammino

 

1)      Essere Chiesa di Cristo guidata dallo spirito vuol dire essere una comunità che si identifica col Signore Gesù, cercato, ascoltato, creduto, seguito e amato soprattutto nell’Eucarestia. La Chiesa nasce come corpo del Signore, è comunità  plasmata dinamicamente e continuamente da Lui, con Lui, su Lui per essere unità organica dove le diverse parti formano una cosa sola.

Lo Spirito sta all’inizio, al centro, al termine della Chiesa, attratta, spinta e suscitata dalla sua azione perenne e imprevedibile, grazie allo Spirito la Chiesa può affrontare le sfide culturali e sociali di questo passaggio di livello con coraggio e speranza, e i fedeli possono ritrovare la gioia e il modo per diventare missionari, testimoni e annunciatori coraggiosi del Padre di tutti, misericordioso e grande nell’amore.

 2)  Il Signore chiede alla vostra parrocchia di essere Chiesa tra la case della gente vicina alla vita quotidiana delle persone, popolare nel suo agire, immersa con la forza del Vangelo nelle situazioni umane vere, accessibile a tutti e per tutti disponibile per servire il cammino spirituale di ogni persona verso l’incontro con la paternità di Dio e la fraternità umana.

Parrocchia vicina quindi alle famiglie, agli sposi, ai bambini e ai giovani, ai malati e agli anziani, a tutti, cristiani o di altre religioni

Questo significa anche comunità cristiana in cui la gente è vicina alla Chiesa di cui diventa soggetto attivo e responsabile, per farsi carico dei disagi umani e dell’annuncio del Vangelo. Per essere lievito e sale, luce e città sul monte; in cui ciascuno viene coinvolto, secondo il suo dono di grazia, per edificare insieme il volto comune di Chiesa.

E’ bello constatare che la vostra parrocchia conserva e sviluppa la dimensione popolare; ancora più bello è vedere crescere la corresponsabilità nei diversi ambiti di vita, particolarmente in quello caritativo, come attenzione fraterna all’uomo d’oggi.

3)       Ana siete chiamati a vivere in comunione con le altre comunità parrocchiali cittadine per scambiarvi con gioia i doni e le esperienze, togliendo barriere o campanilismi ormai superati.

Vi esorto perciò alla comunione e collaborazione concorde con le altre parrocchie della città, in una pastorale d’insieme che sappia nel dialogo e nel confronto affrontare le nuove sfide post-moderna e ed elaborare proposte coraggiose di evangelizzazione.

Nella fedeltà alla propria identità storica ogni comunità è invitata ad aprirsi alla diversità degli altri e a condividere i doni di fede, di amore, di speranza che lo Spirito abbondantemente, semina  nelle città.

4)   Per essere una comunità che guarda con fiducia al futuro dovete operare alcune scelte pastorali prioritarie: mondo giovanile, famiglia, operatori pastorali.

Penso anzitutto agli Oratori che sono stati per decenni il luogo della maturazione cristiana per le nuove generazioni: occorre ricostruire l’identità e la forza educativa chiedendo a tutti coloro che operano tra i ragazzi una giustificazione e una convergenza educativa precisa, coinvolgendo i genitori nei vari processi educativi valorizzando e responsabilizzando gli educatori, gli animatori, i catechisti. Nell’ambito educativo bisogna investire e spendere le migliori energie. E’ indispensabile che la pastorale dia uno spazio privilegiato alla famiglia, perché ridiventi protagonista nel suo cammino cristiano, ritrovando la sua specifica spiritualità, proponendosi soggetto attivo nella crescita dei ragazzi verso la loro maturità cristiana.

Mi preme infine ringraziare tutti coloro che nella comunità offrono la loro fattiva collaborazione responsabile ed esortarli a percorrere itinerari  spirituali esigenti e qualificanti, momenti di verifica e di autentica formazione perché possano servire Dio nei fratelli con cuore  umile e misericordioso, appassionato e gratuito.

Ho presente le realizzazioni, le potenzialità, gli sforzi, le difficoltà della parrocchia di S. Pietro : è certamente un momento favorevole che si apre a nuove possibilità di pastorale d’insieme. Lasciatevi guidare dallo Spirito Santo con fiducia e intensa preghiera, con coraggio innovativo ed evangelico. Confermate il proposito di costruire la vostra  comunità sui cinque pilastri, dimensione contemplativa della vita, primato della Parola, centralità dell’Eucarestia, carità e missionarietà.

Carissimo don Giuseppe, a te e agli altri sacerdoti, don Luigi, don Carlo, don Egidio don Gianni la mia profonda riconoscenza per l’intenso lavoro pastorale. Per intercessione della madonna e di S. Pietro benedico con affetto voi e tutti i fedeli con un particolare ricordo nella preghiera.