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Parrocchia San Pietro - Abbiategrasso

 

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OMELIA DI MONSIGNOR LUIGI VOLPI

NELLA FESTA PATRONALE

PER GLI ANNIVERSARI DI SACERDOZIO

 

Celebriamo la festa patronale di S. Pietro, al quale da sempre é stata dedicata questa chiesa. E' la festa del santo patrono, è la festa della comunità.

Da un po' di anni si é soliti in questa celebrazione ricordare in modo particolare i sacerdoti che da questa comunità sono stati originati e i sacerdoti che qui hanno esercitato il santo ministero.

Quest'anno vogliamo ricordare la ricorrenza del sessantesimo anno di ordinazione sacerdotale di Don Giovanni Tettamanzi che dal 1945 al 1988, per ben 43 anni, ha profuso i suoi tesori di grazia e di sofferenza per questa comunità. A lui il ringraziamento e l'augurio che il Signore lo conservi ancora per il bene della Chiesa.

Di colui che vi parla si vogliono ricordare i 50 anni di ordinazione presbiterale dei quali 30 sono stati vissuti in mezzo a voi come parroco.

Passano i preti, la Chiesa rimane. Perché?

La Chiesa non invecchia, la Chiesa sfida i millenni perché Cristo l'ha fondata su Pietro, la roccia solida, stabile, non immobile, ma viva e contemporanea a tutti tempi, una Chiesa capace di gettare ancora la rete dovunque e sempre.

Certo i preti, i vescovi, il papa sono uomini, peccatori. Pietro dopo la pesca miracolosa si accorge di avere sperimentato un fatto miracoloso, di essere in presenza del soprannaturale ed esclama: "Signore, allontanati da me che sono un peccatore". L'efficacia del ministero sacerdotale sta nell'annuncio della Parola e nei Sacramenti: non è l'uomo che predica, santifica e guida, ma è il Signore Gesù.

Gesù ha avuto fiducia in Pietro, nonostante i suoi limiti e difetti e ha promesso la sua assistenza: "Pietro io ho pregato per te perché non venga meno la tua fede".

Preghiamo per i sacerdoti che devono svolgere il loro ministero in questo mondo dimentico di Dio e del soprannaturale, ma tanto bisognoso di luce, di speranza, della grazia del Signore. La debolezza di Pietro è arrivata a negare il suo Maestro, ma le sue lacrime e il suo pentimento, lo fecero rientrare in se stesso, comprese il suo sbaglio e ottenne il perdono. Quell'ìmplacabile triplice canto del gallo lo richiamò alla realtà e lo condusse a Gesù. S.Ambrogio commenta: "La caduta di Pietro non mi é stata di nessun danno, ma la sua conversione mi é stata di giovamento".

E, da ultimo, Pietro tiene le chiavi del Regno dei cieli, è il portinaio del paradiso, preghiamo perché ci apra le porte della Vita eterna.

San Pietro protegga sempre questa Comunità con i suoi sacerdoti, faccia sbocciare nuove vocazioni alla vita consacrata, perché non venga mai meno il Regno di Cristo in mezzo a noi.

 

IL RINGRAZIAMENTO

DI MONSIGNOR LUIGI VOLPI

 

"Che cosa renderò al Signore per tutto quello che mi ha dato? Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore".

"O Signore, canterò in eterno la tua misericordia". "Maria, madre mia fiducia mia".

Questi pensieri hanno occupato la mia mente al termine della giornata del 26 giugno scorso.

Innumerevoli sono i doni che il Signore mi ha dato in 50 anni di ministero sacerdotale. E questo, lo dico sinceramente, mi procura confusione e vergogna. Non mi resta che confidare nella infinita misericordia di Dio.

Devo però subito aggiungere che tantissimo è stato il bene che ho ricevuto dalle Comunità alle quali ho prestato il mio servizio sacerdotale a cominciare dalla mia parrocchia nativa di Casorate, ai fedeli di Rosate, ma, soprattutto, alla bella e amata Comunità di S.Pietro. A questa mi legano tanti ricordi di persone e circostanze che hanno segnato il mio ministero di parroco.

A tutti costoro la mia più sincera e cordiale riconoscenza. Non posso tralasciare di dire il mio grazie all'attuale parroco Don Giuseppe, che mi riserva tante premure e che mi dà coraggio a continuare, fin che il Signore vorrà, a rendermi utile, nei limiti del possibile , 'a questa chiesa' di S.Pietro.

Estendo il mio più vivo ringraziamento a Don Carlo, a Don Egidio, al Consiglio Pastorale, al gruppo dei cantori con l'ottimo Cavalier Cesare Pusterla, agli operatori liturgici, ai tanti amici che hanno partecipato alla mia gioia, a tutti i parrocchiani che in questa ricorrenza del mio Giubileo sacerdotale mi hanno dimostrato stima e affetto.

Il mio grazie sia impreziosito dalla Benedizione di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo.